Prematurità e sviluppo evolutivo: quali conseguenze?

La prematurità è stata oggetto di attenzione a partire dagli anni ’70, in seguito ad una sempre maggiore sopravvivenza di neonati che nascevano al di sotto delle 37 settimane di gestazione e con peso inferiore ai 1000 grammi, grazie all’avanzare delle nuove strumentazioni, ai numerosi studi sulle condizioni di vita del bambino prematuro e sulla qualità di vita nelle diverse fasi evolutive, che hanno permesso di migliorare le cure pre-peri e postnatali e di ridurre il tasso di mortalità, determinando tuttavia un aumento delle sequele cognitive, psicomotorie e comportamentali.

Classificazione della prematurità 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO), un neonato a termine o full term (FT) nasce tra la 42a e la 37a settimana di gestazione, mentre si parla di post term quando nasce oltre le 42 settimane. Si definisce invece pretermine o prematuro, un neonato che nasce ad un’età gestazionale inferiore alle 37 settimane di gestazione.

 

 

In base alle settimane di età gestazionale, un neonato pretermine sarà considerato:

  • early term (ET, 38-37 settimane di gestazione)
  • late preterm (LP, 36-34 settimane di gestazione)
  • moderate preterm (MP, 33-32 settimane di gestazione)
  • very preterm (VP, 31-28 settimane di gestazione),
  • extremely preterm (< 27 settimane di gestazione).

Tanto il peso alla nascita e l’età gestazione sono bassi, tanto maggiori saranno le conseguenze neurologiche, i deficit cognitivi, la disabilità intellettiva e problemi di comportamento. I bambini prematuri, infatti, presentano una serie di complicazioni neonatali che possono avere esiti negativi a breve e lungo termine, determinando una qualità di vita più bassa e deficit che permangono lungo tutto l’arco di vita, con ripercussioni sulla sfera emotiva, sociale, scolastica e sul comportamento.

Outcome cognitivi e comportamentali in età prescolare

Diverse ricerche hanno dimostrato che le prestazioni cognitive in bambini in età prescolare, nati pretermine, risultano inferiori sia in termini di abilità generali che di abilità specifiche, come le abilità visuo-costruttive e visuopercettive, di linguaggio recettivo ed espressivo, di integrazione visuomotoria, di memoria di lavoro e di attenzione, nelle abilità grosso e fini motorie e in quelle socio-emotive, è ridotto inoltre il comportamento esploratorio e di reaching nel primo anno di vita.

Outcome cognitivi e comportamentali in età scolare

Lo sviluppo cognitivo in età scolare dei bambini nati pretermine, risulta inferiore rispetto a quello dei bambini a termine. Tali deficit sono evidenti nell’area degli apprendimenti, lettura, scrittura e abilità matematiche, nell’abilità fini motorie, nella comunicazione, nelle abilità di memoria e di attenzione. Si evidenzia inoltre una maggiore presenza di problematiche psicologiche quali ansia, somatizzazioni, iperattività, disturbo oppositivo provocatorio, depressione, difficoltà di socializzazione.

Outcome cognitivi e comportamentali in età adolescenziale

In letteratura sono pochi gli studi circa le conseguenze della prematurità in età adolescenziale e in età adulta. Tuttavia, i dati mostrano come in età adolescenziale, i nati pretermine hanno un più alto rischio di ospedalizzazioni e di deficit cognitivi generali, nelle abilità verbali e visuo-motorie, nelle funzioni esecutive quali inibizione e flessibilità cognitiva. Vi è un più alto rischio di sviluppo di disordini psichiatrici, in particolare depressione e disturbi d’ansia. Tali difficoltà cognitive si protraggono durante la crescita con conseguenze negative sul successo accademico e sulla realizzazione professionale in età adulta.

La prevenzione e l’importanza del follow up

Considerando le conseguenze a medio e lungo termine a cui i bambini e le loro famiglie vanno incontro, al momento della dimissione e post-dimissione, i nati prematuri necessitano di follow-up, strumento di prevenzione indispensabile per la valutazione longitudinale e il monitoraggio degli esiti evolutivi di sviluppo del neonato, che può beneficiare di interventi precoci a supporto delle diverse abilità cognitive, motorie, linguistiche, qualora siano presenti ritardi di sviluppo che potrebbero creare limitazioni nello svolgimento delle normali attività quotidiane.

I protocolli di follow-up prevedono controlli dalle 40 settimane e ogni tre mesi fino ai sei mesi; poi ogni sei mesi fino ai 4-5 anni. I bambini prematuri sono sottoposti ad un esame neurologico e neuro-comportamentale, una valutazione neuro-psicomotoria e di abilità neuropsicologiche, la somministrazione di scale di sviluppo e questionari sul comportamento, sullo stress genitoriale e colloqui con genitori secondo un approccio multi-specialistico, in cui più operatori con specificità diverse lavorano in un’ottica di integrazione offrendo al bambino e alla famiglia un sostegno per fronteggiare tali difficoltà.

Dott.ssa Deborah Feleppa-Psicologa, psicodiagnosta

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