Lipedema: il disordine che tutti chiamano grasso (Parte II)

Il mese scorso ho deciso di affrontare un tema complesso ma che interessa una buona percentuale di donne che vivono un forte disagio chiamato lipedema.

Nel primo articolo, scritto dal medico linfologo Dr. Ricolfi (ndr.) si è descritta causa ed effetti della patologia dal punto di vista medico (per qui vuole leggerlo, eccolo: http://www.igeamagazine.it/2020/04/06/lipedema-quando-il-tessuto-adiposo-si-ammala-parte-i/)

Per questo articolo invece ho chiesto l’intervento della Dott.ssa Miriam Toriello, fisioterapista esperta in linfodrenaggio.

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Alle porte del XXI la società impone ancora dei canoni fisici e minimizza le cause dell’obesità, riconducendole solo ad una scorretta alimentazione. Ad oggi molteplici studi hanno sottolineato l’esistenza di una patologia del tessuto adiposo conosciuta con il termine Lipedema,descritta per la prima volta nel 1940 da Allen ed Hines. Vi Invito a leggere  l’articolo del Dott. Lorenzo Ricolfi, Medico Linfologo, per approfondire gli aspetti clinici e l’eziologia della patologia.

 

Il lipedema è un patologia del tessuto adiposo cronicamente infiammato, che prolifera a dismisura localizzandosi su tutto il corpo, ma frequentemente agli arti superiori ed inferiori ad esclusione delle estremità, mani e piedi. La risultante sono arti molto voluminosi, spesso con una lipoalgia(dolore) diffusa e generalizzata. E’ sovente che queste persone sono afflitte dal loro aspetto fisico, demoralizzate da anni di diete inappropriate, attività fisica e trattamenti inadeguati o controproducenti, senza mai ottenere lo sperato miglioramento della sintomatologia sopra descritta e soprattutto senza aver avuto una corretta diagnosi della patologia. Dopo una corretta diagnosi è opportuno prendere in carico il paziente in maniera multidisciplinare calibrando un piano terapeutico specifico e personalizzato.

In che modo ti aiuterà una terapia?

Nella gestione terapeutica del paziente con lipedema è richiesto un approccio multidisciplinare e d’equipe per  mirare al miglior risultato possibile.

Gli obiettivi del programma terapeutico:

  • Facilitare e migliorare la capacità del paziente di prendersi cura di sé e far fronte all’impatto fisico e psicosociale della condizione;
  • migliorare il quadro sintomatologico(algia generalizzata, volume degli arti, adiposità localizzate);
  • incrementare lo stato di salute generale e prevenire l’evoluzione della patologia.

Per ottenere i massimi risultati possibili è necessario  aggredire la patologia su più aspetti con un programma terapeutico multimodale: un adatto regime dietetico-nutrizionale,migliorare la sintomatologia, facilitare la capacità del paziente nell’affrontare la quotidianità, una  specifica terapia compressiva e il confezionamento di un tutore elastocompressivo nella fase di mantenimento a lungo termine; la scelta della classe di compressione, il modello e la trama è molto importante e spesso particolarmente difficile in quanto non è standardizzabile.

Dal punto di vista fisioterapico, cosa si può fare?

L’approccio chirurgico prevede come correzione del lipedema una duplice scelta: la liposuzione o la chirurgia riduttiva. Ad ogni modo la chirurgia è un valido aiuto per i sintomi ma niente dimostra che è curativo per il lipedema.(*) L’approccio conservativo trova efficacia comprovata nella terapia elastocompressiva.Come il nome stesso suggerisce, la terapia elastocompressiva è usata per esercitare differenti pressioni sul tessuto.

Nel lipoedema, l’uso della terapia compressiva ha tre scopi principali:

  • Ridurre il dolore;
  • Supportare i tessuti, snellire la forma irregolare e migliorare la mobilità;
  • Ridurre edema nel lipolinfedema riducendo la formazione di liquidi e incoraggiando il ritorno venoso e linfatico.

Altri approcci conservativi sono ad oggi non ancora scientificamente approvati.

Il linfodrenaggio Manuale ha valenza nel ridurre il dolore e il discomfort, promuovendo un benessere sul piano psicologico e fisico(Todd, 2016); si associa alla terapia compressiva quando persiste un edema che non è sufficientemente controllato(Rapprich et al, 2015); ma ad oggi non ha un ruolo scientificamente evidenziato nella gestione del lipedema(Reich-Schupke 2013, Langendoen 2009).

Alcuni autori riportano efficacia anche con l’integrazione di specifici protocolli pressoterapici.

 

 

Risulta chiaro e di vitale importanza  affidarsi a chi ha competenza in materia per ottemperare alla richiesta di aiuto del nostro utente e metterlo al centro del lavoro d’equipe.

 

Dott.ssa Miriam Toriello – Fisioterapista

 

Riferimenti

*https://www.lipoedema.co.uk/wp-content/uploads/2017/05/WUK_Lipoedema-BPS_Web.pdf?fbclid=IwAR1K_MfKuEkofGh41OSEQiFabaDKwD7jCxSqeTaDF8sBlI-tA7VeRXEjAHQ

*https://milkeninstitute.org/sites/default/files/reports-pdf/Lipedema-Giving-Smarter-Guide.pdf?fbclid=IwAR0VJr0gpfSK-dp8qHfMTRapI2HVBQGlhO8bEsu6K0Oj6XJ8SJ70mJY2-r8

*https://static1.squarespace.com/static/5775899ac534a5e813c050db/t/5a61fc4571c10ba72c808100/1516371016985/Dutch+lipoedema+guideline+2014+%281%29.pdf?fbclid=IwAR0iHHEMds6_HRvdO99yfMOie6tlwDwq0YK4UoLPn-sgqTj8rycliQeh0S4

*Todd, 2016

*Rapprich et al, 2015

*Reich-Schupke 2013, Langendoen 2009

 

 

 

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