Balbuzie fisiologica: cause e rimedi

Cos’è la Balbuzie?

La balbuzie, o Disturbo della fluenza verbale, è un disturbo del linguaggio caratterizzato da alterazioni del ritmo della parola, dette disfluenze, in cui il linguaggio diventa meno fluente e difficoltoso a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti involontari di un suono. Ne soffre circa il 3% dei bambini in età prescolare, in prevalenza maschi (quattro rispetto a una femmina).

Quando si manifesta?

La balbuzie fisiologica può manifestarsi quando il bambino comincia a formulare frasi complesse e ben strutturate, cioè tra i 2 anni e mezzo e i 4; in questo periodo comincia ad esprimere concetti più difficili ed astratti, descrivere momenti lontani nel tempo, ma le sue abilità motorie di articolazione del linguaggio sono ancora limitate e il bambino può non riuscire ad organizzare i movimenti necessari e per questo balbettare.

La balbuzie fisiologica ha spesso un andamento altalenante: ci possono essere giorni in cui tutto è a posto e altri in cui balbetta molto. È importante sapere che il bambino di quest’età non si accorge di balbettare o di esitare, a volte fa errori, torna indietro, poi ricomincia, ma di tutto questo non si rende conto e l’80% circa dei bambini a cui succede questo, risolvono spontaneamente il problema entro pochi mesi dalla comparsa.

Quando è necessario chiedere un consulto specialistico?

Ecco alcuni casi in cui è necessario attivarsi verso la difficoltà:

  • Se in famiglia qualcuno balbetta o ha (ha avuto) un disturbo di linguaggio va considerato un fattore di rischio e quindi è necessario segnalarlo al pediatra che potrà aiutarvi nel monitoraggio dell’andamento.
  • Se ci sono tensioni muscolari della mandibola o della bocca, tic, tremolii;
  • se il bambino tende a rinunciare a parlare;
  • se il bambino mostra segni di consapevolezza del problema.

Prolungamenti e ripetizioni del parlato possono manifestarsi al di sotto dei quattro anni in modo fisiologico, se il bambino è però già in età prescolare e il disturbo persiste, è bene interpellare il medico: potrebbe trattarsi di balbuzie. Non conviene aspettare nella speranza che il disturbo si risolva da sé.

Tra i sintomi più frequenti ci sono contrazioni anomale di vari gruppi muscolari, soprattutto quelli interessati alla fonazione. Queste contrazioni sono evidenziabili quando il bambino desidera o comincia a parlare e si riscontrano all’inizio della frase.

La balbuzie si può presentare come:
–  Forma tonica: arresto a inizio frase con allungamento della sillaba o del fonema difficile da pronunciare;
–  Forma clonica: al posto del prolungamento si ha la ripetizione della sillaba;
–  Forma mista: allungamento e ripetizione si sommano, fino a rendere quasi impossibile la comunicazione.

Cosa fare? Consigli utili

Di seguito vengono riportati degli atteggiamenti che la famiglia, la scuola e tutte le persone che vivono attivamente il bambino, dovrebbero tenere per aiutare il piccolo in questa fase delicata:

  1. Evitate di etichettare il bambino come balbuziente né dovete permettere che altri lo facciano.
  2. Stabilite un buon contatto oculare col bambino, che dovrà percepire il vostro interesse e il vostro piacere di ascoltarlo.
  3. Parlare all’inizio o durante il discorso di vostro figlio può inibire la sua comunicazione. Parlate alla fine.
  4. Offrite un buon modello di linguaggio. Parlate più che potete con il vostro bambino con tranquillità e con una buona articolazione, senza esagerarla.
  5. Non forzare il bambino a parlare davanti ad altre persone, cosa che gli creerebbe stress comunicativo, né pretendere che si esprima oltre le possibilità del suo vocabolario.
  6. Fare domande che esigono risposte molto lunghe rischia di suscitare nel bambino un assurdo senso di incapacità e di inadeguatezza.
  7. Ogni stimolazione eccessiva stressa il bambino e non contribuisce a costruire intorno a lui un ambiente tranquillo.
  8. Attraverso gesti e parole mostrate a vostro figlio di apprezzare le sue qualità. Elogiatelo per un disegno, una buona azione, un determinato comportamento, ecc.
  9. Se notate che il bambino è preoccupato per il suo modo di parlare, ditegli che quando i bambini stanno ancora imparando a parlare è normale che ripetano alcune parole.
  10. Evitate di chiedere al vostro bambino di parlare quando è sotto l’effetto di un’intensa emozione. Il pianto produce già di per sé intermittenza tra parola e respiro. Quando si chiede qualcosa al bambino che piange, per quanto egli cerchi di organizzare i suoni, non ci riuscirà. Balbetterà di sicuro.
  11. Evitate di insegnare al bambino dei trucchi per non balbettare. Anche perché non è detto che questi funzionino. E ciò lo farà sentire sicuramente “in difetto” e forse anche “in colpa”.
  12. Evitate di completare le frasi del bambino; abbiate pazienza e ascoltate con tranquillità ciò che deve dire anche se ci mette tempo.
  13. Evitate il panico ogniqualvolta vostro figlio si blocca. E il panico lo si può trasmettere anche attraverso il linguaggio del corpo: gesti nervosi con le mani, movimenti particolari con gli occhi, sul viso, ecc.
  14. Stabilite un tempo da dedicare ogni giorno a vostro figlio per raccontargli storie o parlargli liberamente ispirandovi per esempio alle figure di un libro.
  15. Quando il vostro bambino deve andare in qualche posto, avvisatelo prima e ditegli cosa succederà e quali persone incontrerà. Evitate che rimanga in ansia senza sapere dove andrà e con chi giocherà.
  16. Se è un giorno propizio in cui vostro figlio sta balbettando poco o per niente, fate in modo che abbia anche maggiori opportunità di parlare. Per esempio: spegnere la TV per fare un gioco con le marionette, raccontare storielle, visitare un amico, fare piccole commissioni, ecc. Esplorate in tutti i modi la sua fluenza.
  17. Se è una giornata nera in cui il bambino sta balbettando molto, sistemate ogni cosa in modo che egli abbia poche occasioni di parlare. Per esempio: è raccomandabile vedere la TV, andare al cinema, ascoltare storie e canzoncine dallo stereo, ritagliare o incollare figurine, disegnare, ricostruire i puzzle… Contenete in tutti i modi la sua disfluenza.
  18. Fate solo domande necessarie e che richiedano risposte brevi.
  19. Inventate giochi sulle note di un canto fatto in coro o giochi in cui il bambino vi imita e ripete quello che voi dite, lentamente e articolando.
  20. Il miglior modo per non far notare che state facendo attenzione alla sua balbuzie è mostrarsi molto più interessati a quello che il bambino dice, piuttosto che a come lo dice.

Concludendo:

  • ascoltare quello che dice e non come lo dice;
  • dargli tempo ed ascoltare finché non abbia finito;
  • comportarmi come se non balbettasse;
  • seguire i suggerimenti e le indicazioni ricevute e magari da lui stesso praticate, per esempio parlargli più lentamente;
  • mantenere un atteggiamento calmo, in modo che il bambino non si senta pressato nel parlare, finendo così con l’aumentare la velocità di parola;
  • badare bene a non prestare maggiore attenzione ai momenti di balbuzie a scapito di quelli di normale fluenza;
  • ridurre la velocità di parola.

Cercare di non:

  • riprenderlo per la balbuzie;
  • “abbandonarlo” quando balbetta;
  • dirgli di smettere di balbettare;
  • punirlo perché balbetta;
  • mostrarmi preoccupato per la sua balbuzie;
  • arrabbiarmi o essere impaziente quando fa fatica a parlare;
  • dire per lui la parola che non gli riesce di dire;
  • fargli troppe domande e soprattutto non fargliele tutte insieme.

Dott.ssa Manuela Farano – Logopedista

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