Allergia al Nichel

L’allergia al nichel si manifesta più frequentemente come dermatite allergica da contatto (DAC). Colpisce circa il 20% della popolazione generale, in prevalenza il sesso femminile. I sintomi sono per la maggior parte cutanei e determinano la comparsa di prurito e di lesione eczematosa dopo 48-72h nella sede dall’avvenuto contatto con un oggetto contenente il metallo (es. orecchini, collane, orologio, cintura, monete, trucco).

Più raramente può determinare allergia respiratoria (rinite, asma), ad esempio nei lavoratori esposti, oppure sintomi sistemici da ingestione di alimenti ad alto contenuto di nichel (es. pomodoro, spinaci, funghi, cioccolato, noci, mandorle, cipolle, pere, cibo in scatola) che configurano una sindrome sistemica con sintomi generali denominata “Sindrome Sistemica da Allergia al Nichel” (SNAS). Quest’ultima può svilupparsi solo se si ha una dermatite da contatto con il nichel o quanto meno una storia di dermatite da contatto con esso. Può determinare la coesistenza sia di sintomi cutanei sia gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea o stipsi, crampi addominali), spesso accompagnati da altri fastidi quali cefalea e malessere generale.

Il primo passo per diagnosticare la dermatite da contatto con il Nichel è l’esecuzione di Patch test, che si effettua mediante l’applicazione di appositi cerotti sul dorso del paziente, che vengono posizionati e poi rimossi con lettura in due tempi, rispettivamente a 48h e 72h, trattandosi di una reazione immunitaria non immediata bensì ritardata che richiede il reclutamento di cellule immunitaria della risposta adattativa (linfociti T). Il test viene considerato positivo nel momento in cui viene evidenziata la caratteristica lesione eczematosa da contatto. La terapia costituisce nell’allontanamento dal contatto con il nichel ed in fase di infiammazione acuta si possono applicare pomate a base di corticosteroide topico ed emollienti.

 

 

 

 

 

 

Per quanto riguarda invece la diagnosi di SNAS, più rara e difficile, si consiglia di effettuare una dieta di eliminazione dal nichel per almeno due settimane (dieta a basso o nullo contenuto di nichel, ad esempio con quantitativo massimale di 50 µg) per comprovare l’assenza dei sintomi e successivamente si può procedere con il test di provocazione con nichel (si somministrano delle capsule contenenti nichel e si esegue un periodo di osservazione). Una volta effettuata la diagnosi si può pensare di effettuare un’immunoterapia specifica per il nichel e dunque una desensibilizzazione verso il metallo sperimentando in seguito una dieta di re-introduzione con alimenti contenenti nichel.

Molto utile può essere anche la stesura di un diario alimentare in cui vengono inseriti i pasti consumati durante la giornata con i rispettivi sintomi avvertiti, in questo modo si può avere un monitoraggio completo sia da parte del paziente che del medico, e stabilire se ci sono alimenti che si ripetono e che possano causare la sintomatologia. Tuttavia, se si sospetta una dermatite da contatto con il nichel oppure una sindrome sistemica da allergia al nichel ebbene contattare un medico specialista per avere tutte le informazioni del caso.

Dott.ssa Loredana Della Valle – Medico Specializzato in Allergologia e Immunologia Clinica

Sharing is caring!