Uso prolungato del ciuccio/biberon: quali conseguenze alla lingua e al palato?

Accade spesso che un genitore possa chiedersi “quando è il momento giusto per il mio bambino di togliere il ciuccio, o di eliminare il biberon?” oppure “Tenere sempre il dito in bocca potrebbe portare qualche problema in futuro ?”. Bene, se vi siete posti queste domande siete sulla strada giusta ed io Logopedista verrò in vostro aiuto e vi accompagnerò durante questo percorso di conoscenza.

La prima cosa che dovete sapere è l’enorme potere che la lingua ha con la sua forza: basti pensare che ognuno di noi deglutisce in media 1600 volte al giorno, e ogni volta la lingua scarica una forza di circa 1 Kg sulle zone della cavità orale che tocca. Nella deglutizione fisiologica il punto di scarico di questa forza è al livello del palato dietro agli incisivi superiori. In caso di deglutizione atipica questa forza viene scaricata in punti che determinano uno sviluppo facciale poco armonico.

Quindi la lingua influenza, con la sua forza, lo sviluppo della dentatura e quindi dell’armonia facciale del bambino, infatti, lo sviluppo armonico dell’osso mascellare è garantito dall’equilibrio di due forze opposte che si esercitano su di esso: una forza centrifuga esercitata dalla lingua e una forza centripeta esercitata da labbra e guance, per cui se una di queste due o entrambe le forze non scaricano nei punti giusti, si creano delle disarmonie del volto.

E’ bene che voi genitori conosciate la differenza tra deglutizione infantile e deglutizione dell’adulto.  Nella deglutizione infantile, il lattante è edentulo, privo di denti, con la lingua che occupa interamente il cavo orale, in posizione bassa e a contatto con il labbro inferiore. Nel caso di allattamento naturale, il capezzolo viene schiacciato tra lingua e palato (questo favorisce l’espansione del palato), avvolto dal labbro superiore e inferiore e spremuto grazie al movimento di apertura e chiusura della mandibola e al movimento antero-posteriore della lingua. Con l’allattamento artificiale, le forze applicate al palato sono differenti, perché le tettarelle dei biberon sono più dure rispetto al capezzolo: questo a lungo andare potrebbe avere ripercussioni sullo sviluppo facciale del bambino. Con la comparsa del primo dentino e con l’inizio dello svezzamento (intorno ai 6 mesi) la lingua del bambino non poggerà più tra le arcate e passerà ad un movimento supero-inferiore in un processo di maturazione che porterà all’acquisizione della deglutizione dell’adulto caratterizzata da: arcate dentarie  in contatto tra loro con stabilizzazione  della mandibola,  labbra chiuse senza contrazioni e innalzamento della punta della lingua in un punto ben preciso del palato dietro gli incisivi superiori, che attiva la deglutizione con la sua spinta.

Quindi prima di andare avanti dovete imparare qual è la postura corretta della lingua a riposo: la punta della lingua è posizionata a contatto con il palato in quella porzione subito dietro gli incisivi superiori costituita da piccole rugosità (per capirci meglio vi basta percepire dove si trova la lingua quando dite il suono “L” quella sarà la posizione corretta in cui dovrebbe essere la lingua a riposo, vedi foto).

In questo modo essa svolgerà anche la sua ulteriore funzione di allargare il palato ed evitare che il vostro bimbo possa sviluppare un “palato ogivale”.

Ma perché può accadere che la lingua non assuma la sua posizione corretta?

La risposta è una, escludendo cause organiche come l’ipertrofia delle adenoidi e/o delle tonsille: I “VIZI ORALI”. L’uso del ciuccio, del biberon, e di altre abitudini viziate come il succhiamento del dito, del labbro, o di qualsiasi altro oggetto, troppo frequentemente e/o protratto oltre i 24 mesi di vita, obbligano, la lingua a restare in posizione bassa (che abbiamo già detto non essere la posizione corretta), attivando la deglutizione nella stessa posizione di riposo in cui si trova determinando tutta una serie di conseguenze sullo sviluppo armonico del volto e non solo. Inoltre la spinta della lingua tra gli incisivi potrebbe determinare nel bambino una serie di dislalie, cioè di difetti di pronuncia a carico di alcuni suoni s, z etc.

L’utilizzo del ciuccio assume, se utilizzato nei tempi giusti e cioè prima della nanna o in momenti di particolare tensione del bambino, alcuni aspetti positivi: tranquillizza il bambino, può sostituirsi all’immagine materna in caso di sua assenza momentanea e dare pace, porta in sé il ricordo della suzione durante l’allattamento, ed in più, riduce il rischio di morte in culla, durante il primo anno di vita. Ricordate che va proposto dopo che l’allattamento al seno è ben avviato, e cioè dopo il terzo mese di vita, onde evitare il rischio che il lattante possa non volere più il seno materno.

In molti Paesi del mondo l’uso del ciuccio non rappresenta un’abitudine fondamentale, siamo noi adulti ad introdurre l’uso di questi ausili non il bambino ad averne bisogno.

E’consigliabile, quindi, abbandonare queste abitudini viziate a partire dai due anni

Quali sono gli effetti dovuti al loro uso prolungato?

La postura bassa della lingua, assunta nei casi sopracitati può portare, quindi, all’insorgenza di malocclusioni scheletriche e dentali, palato ogivale e otiti ricorrenti.

Esistono vari tipi di malocclusioni:

 

Malocclusione di II classe, quando la mascella è troppo in avanti o quando la mandibola è troppo indietro, o entrambe le condizioni. Tra le cause principali di questa malocclusione troviamo un eccessivo succhiamento del dito, che induce una continua spinta linguale contro i denti dell’arcata superiore o contro l’osso mascellare

Malocclusione di III classe, quando la mandibola è troppo in avanti o la mascella troppo indietro, o entrambe le condizioni. Tra le cause scatenanti troviamo una postura bassa della lingua, che spinge quindi la mandibola in vanti

 Affollamenti, quando i denti sono sovrapposti tra loro o perché l’osso che li supporta è troppo piccolo o perché, i denti sono larghi e quindi non danno spazio agli altri .La causa potrebbe essere una scorretta postura linguale che non ha allargato il palato.

Protrusione , quando i denti sporgono in avanti perché la lingua, scarica, durante la deglutizione scorretta , la sua forza contro i denti, spostandoli in avanti.

Morso aperto, quando si crea uno spazio tra l’arcata superiore e quella inferiore. Una causa può essere l’uso prolungato del ciuccio o del dito.

Morso profondo, quando a denti chiusi, l’arcata superiore copre  del tutto o quasi l’arcata inferiore. La causa è dovuta a una differente forza applicata alle due arcate.

Morso crociato, quando, a denti chiusi, alcuni denti dell’arcata superiore sono interni rispetto all’arcata inferiore. Può essere monolaterale o bilaterale. Tra le cause abbiamo una spinta errata laterale della lingua,  uso protratto di biberon, ciuccio o dito.

Palato ogivale- Palato normale

Il palato ogivale (palato stretto e alto) è causato dalla mancata forza espansiva che la lingua, in posizione corretta, dovrebbe avere su di esso, con scarico della sua forza invece sui denti superiori o inferiori ed eventuali malocclussioni.

L’errata postura linguale a riposo e, quindi, durante la deglutizione determinano anche l’aumento del rischio di insorgenza di. Le tube di Eustachio, due piccoli canali, uno per lato, che partono dal rinofaringe e lo collegano all’orecchio, regolano la corretta ventilazione dell’orecchio medio e quindi impediscono l’aumento della pressione timpanica mediante la loro apertura, durante la deglutizione, lo starnuto e lo sbadiglio. Se la deglutizione avviene con la lingua in posizione scorretta, il muscolo responsabile dell’apertura delle tube non si contrarrà bene per cui non si apriranno le tube ed il muco si accumulerà non defluendo nel rinofaringe, predisponendo all’ otite media.

Facies adenoidea

Un’altra condizione in cui è favorita la postura linguale bassa è nei respiratori orali, cioè i bambini che respirano dalla bocca. Sappiate che tutti i bambini nascono respiratori nasali, con una alternanza di 6 ore circa per narice. Può succedere però che possano perdere questa abitudine in seguito ad un raffreddore, asma, rinite allergica, ipertrofia delle adenoidi e/o delle tonsille, deviazione del setto nasale, ipertrofia dei turbinati ed essere obbligati a respirare con la bocca. Il beneficio maggiore che della respirazione nasale è legato sicuramente alla sua funzione di filtro, in quanto l’aria passando dal naso viene filtrata, ma anche di riscaldamento e umidificazione dell’aria, cosa che non avviene con la respirazione orale, in cui, senza l’azione filtrante del naso, aumenta la possibilità di insorgenza di irritazione faringo-laringea ed infezioni aeree. Respirare sempre dalla bocca  potrebbe portare ad una serie di conseguenze:un cambiamento dell’assetto facciale del bambino, assumendo la cosiddetta “facies adenoidea” caratterizzata da faccia allungata con guance ipotoniche,bocca sempre aperta con  labbro superiore ipotonico, lingua in posizione di riposo scorretta, cioè adagiata sul pavimento buccale dell’arcata dentaria inferiore e/o protrusa oltre l’ arcata, occhiaie, palato ogivale (stretto e incavato verso l’alto), deglutizione scorretta, presenza di otiti ricorrenti, alterazioni posturali, malocclusioni dentarie o scheletriche, xerostomia (bocca asciutta) e alitosi: avere continuamente la bocca asciutta porta ad una alterazione della flora batterica del cavo orale, favorendo l’insorgenza di carie, infezioni, stomatiti, afte e infiammazioni delle gengive.  Questo perché la saliva che contiene enzimi antibatterici, anticorpi e sali minerali, garantisce l’allontanamento degli zuccheri e la rimineralizzazione dello smalto, bruxismo notturno (quando il bimbo digrigna i denti), roncopatia notturna (quando il bimbo russa), apnee notturne, svogliatezza, ipoattività, scarsa qualità del sonno.

In queste situazioni è utilissimo un approccio di tipo multidisciplinare, in cui i vari professionisti possano collaborare in maniera sinergica e, ciascuno con la propria competenza raggiungere lo stesso obiettivo.

Le figure professionali coinvolte potrebbero essere: Pediatra, il quale, orienta i genitori verso un percorso di cura specifico, Foniatra e/o Otorinolaringoiatra, che individuano patologie a carico del cavo orale e nasale, Neuropsichiatra infantile, per l’aspetto legato alle ripercussioni emotive che il distacco dai vizi orali potrebbe portare nel bambino, Ortodontista o gnatologo, il quale identifica la malocclusione, se presente, ed indirizza verso l’eventuale utilizzo di apparecchiature ortodontiche, Logopedista che, dove necessario, si occupa,  di impostare e consolidare la corretta funzionalità della lingua, dei muscoli del viso, agendo su masticazione, deglutizione, fonazione e respirazione, Osteopata, quando risulta necessario agire anche sull’aspetto posturale per garantire uno sviluppo armonioso.

Concludendo è utile per tutti voi genitori avere delle conoscenze base, riassunte in queste brevi affermazioni, per poter aiutare i vostri bambini in un corretto percorso di crescita:

tutti i vizi orali, come succhiare il dito, usare ciuccio e biberon, etc. andrebbero eliminati tra i 2 e i 3 anni, così da evitare malocclusioni con il conseguente bisogno di dover ricorrere a costosi apparecchi ortodontici. L’allattamento al seno, oltre ai suoi innumerevoli vantaggi, riduce il rischio di acquisire vizi orali di suzione. Usare il ciuccio con moderazione e non per l’intera giornata, cercandone di limitare l’uso solo se necessario. In alcuni Paesi del mondo l’utilizzo del ciuccio non rientra nelle abitudini familiari, infatti tutti i genitori credono sia una consuetudine naturale, una tappa obbligatoria per il bambino, ma in realtà il bambino non ne ha bisogno. Prestare attenzione alla dentatura dei vostri bambini (dopo questa lettura sicuramente sarà cosi!) potrebbe aiutarli a non incorrere in mal occlusioni.

Dott.ssa Manuela Farano-Logopedista

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