La sindrome del tunnel carpale

Spesso mi capita di imbattermi in pazienti che lamentano una sintomatologia dolorosa a livello del polso, del palmo della mano e delle prime tre dita e parte del quarto dito, accompagnata da formicolio e intorpidimento (fig. 1). Questa sintomatologia non compare mai all’improvviso, ma in modo progressivo e tende a peggiorare nel corso della notte (inducendo il risveglio del paziente che trova giovamento nello scuotere la mano) e durante attività manuali che richiedono una flessione ripetitiva del polso e delle articolazioni della mano (come scrivere, digitare un testo al computer, taglio e cucito, operazioni di avvitamento, uso di alcuni strumenti musicali, …). In questi casi si parla di sindrome del tunnel carpale, cioè una sindrome da compressione nervosa che si caratterizza per lo schiacciamento del nervo mediano a livello del polso.

Talvolta, oltre ai sintomi già citati, possono aggiungersi dolore all’avambraccio e braccio, parestesia dell’intero arto coinvolto, gonfiore e alterazioni del colore della pelle, ipoestesia, difficoltà a piegare il pollice ed impugnare oggetti.

Le cause

Le cause possono essere sistemiche, ad esempio le alterazioni ormonali che comportano inefficienza della funzionalità tiroidea (legate alla gravidanza o alla comparsa della menopausa), la ritenzione idrica e diabete; oppure tra le cause locali l’aumento di pressione sul nervo può avvenire per una tenosinovite, lussazione articolare, fratture e artrite reumatoide, tenere il polso piegato a lungo.

Determinate categorie di persone sono più a rischio di contrarre questa patologia. In particolare, la diffusione della patologia sembra essere maggiore nella popolazione femminile, soprattutto quella che oscilla tra i 30 e i 50 anni d’età.

La diagnosi

La diagnosi si avvale della storia clinica del paziente, tiene conto delle malattie pregresse, se vi sono stati precedenti traumi a carico delle mani e della tipologia di movimenti a cui sono sottoposte quotidianamente.

L’elettromiografia è l’esame più importante e affidabile per mettere in luce le reali condizioni di salute del nervo determinando quindi l’indicazione terapeutica (fig. 3).

 

Cura e trattamento

Se i sintomi della sindrome del tunnel carpale sono lievi/moderati e in atto da poco tempo, si può optare per un tutore (fig. 4 a/b), per impedire al polso di flettersi e provocare dolore, formicolio e intorpidimento. Gli effetti non sono immediati, ma bisogna attendere qualche settimana. Pertanto, occorre avere pazienza; spesso è associata una terapia farmacologica che prevede l’utilizzo di corticosteroidi, ma un loro uso prolungato può avere effetti collaterali anche gravi, come ipertensione, osteoporosi, aumento di peso ecc.

Per le persone con sintomi di modesta entità, possono essere proposti anche esercizi di stretching e di rafforzamento che comportano un miglioramento della sintomatologia, della qualità della vita e del riposo notturno.

L’utilizzo della pallina antistress, permette di migliorare la forza di presa e tenere attiva la sensibilità delle prime tre dita della mano, per svolgerlo basta stringere e rilasciare delicatamente per almeno dieci volte di seguito la pallina (fig. 5). Un altro esercizio prevede di rilassate le braccia lungo i fianchi e piegate le mani in modo che siano parallele al suolo, mantenendo la posizione per 5 secondi. Rilassate le mani e le dita verso il basso. Successivamente stringete i pugni e piegate di nuovo i polsi verso l’alto, mantenete la posizione per 5 secondi, rilassare nuovamente. Per allungare, invece, l’avambraccio, portiamo i palmi delle mani l’uno contro l’altro davanti al petto sotto il livello del mento, abbassiamo lentamente le mani senza staccarle fra loro e portiamole all’altezza dello stomaco, quando percepiamo una sensazione di stiramento, mantenete la posizione per 15-30 secondi. Ripetete l’esercizio 2 o 3 volte (fig. 6). Possiamo effettuare anche delle rotazioni del polso, chiudete le mani a pugno e poi estendete il dito medio e quello anulare puntandoli in avanti. A questo punto, tracciate con le dita cinque cerchi invisibili in senso orario e poi altri cinque in direzione antioraria. Ancora possiamo posizionarci contro la parete e sollevare le braccia finché non sono parallele al suolo, appoggiamo i palmi delle mani al muro con le dita rivolte verso l’alto, contate fino a 30 secondi e rilasciate lentamente, ripetete l’esercizio 3 volte per ogni braccio.

fig.5

 

fig.6

 

 

 

 

 

 

Diversamente se la sintomatologia persiste da più di sei mesi ed impedisce le normali attività quotidiane, si opta per l’intervento al tunnel carpale, cioè l’operazione chirurgica che permette la decompressione del nervo mediano. Tale risultato si ottiene praticando un piccolo taglio della struttura legamentosa principale del tunnel carpale, chiamata legamento carpale; in questo modo, rimuovendo parte del legamento si concede più spazio agli elementi sottostanti (tendini e nervo mediano), evitando lo schiacciamento nervoso che è all’origine dei disturbi tipici della sindrome in questione.
La sezione del legamento carpale non è definitiva, in quanto questa struttura, durante il processo di guarigione, si rigenera adattandosi e rispettando il più possibile l’area occupata dai tendini e dal nervo mediano.

La fisioterapia riveste un ruolo fondamentale per un corretto recupero della funzionalità articolare e della che governa la mano e il polso.

Nell’immediato post-operatorio muoviamo le dita in maniera lenta e delicata distendendole il più possibile, in seguito, piega le nocche cercando di toccare la base del polso con i polpastrelli. Eseguire delle adduzioni e abduzioni delle dita. Aggiungiamo le flessioni del pollice aprendo la mano e distendendo questo dito. Eseguiamo l’esercizio rivolgendo il palmo verso l’alto e piegando il pollice cercando di toccare il mignolo e riportiamo poi il pollice nella posizione iniziale. Allunghiamo poi il pollice aprendo il palmo, raddrizzando tutte le dita e rivolgendo il dorso della mano verso il basso, prendi il pollice con l’altra mano e tiralo delicatamente indietro. Esercita il muscolo estensore dell’avambraccio ed esegui l’esercizio per il flessore dell’avambraccio.

Raggiunta l’articolarità completa e movimento senza dolore/parestesie si può iniziare con il recupero della forza e della coordinazione fine con esercizi di rinforzo muscolare.

L’ultima fase del programma riabilitativo prevede il recupero del gesto tecnico in campo con esercitazioni a difficoltà crescente per recuperare in sicurezza la gestualità e i movimenti complessi della mano, braccio e avambraccio in situazioni dinamiche.

Esempio di cicatrice da intervento del tunnel carpale, trattata con mobilizzazione manuale, coppettazione e tape kinesiologico (fig. 13, fig. 14, fig. 15).

 

 

 

Dott.ssa Marianna Abate – Fisioterapista

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