Il ciuccio ed il biberon fino a che età? Facciamo chiarezza

“Il bambino usa ancora il ciuccio o il biberon?” E’ la frase che lascia sorprese numerose mamme, durante la valutazione logopedica.

“Solo con il biberon il bambino beve il latte”  “Facciamo prima la mattina”  “Con il ciuccio, invece, smette subito di piangere e si consola all’istante”. Queste sono le risposte date con maggiore frequenza.

Perché l’uso prolungato del ciuccio e biberon potrebbero compromettere lo sviluppo del linguaggio?

Facciamo un po’ di chiarezza e soprattutto sfatiamo qualche mito, in merito ai ”migliori amici” delle mamme.

I riflessi di deglutizione e suzione cominciano durante la vita intrauterina. Infatti alla nascita il piccolo è un abile succhiatore, che perfezionerà questa capacità con l’esperienza quotidiana.

-Nei primi mesi di vita è consigliabile l’allattamento al seno, ove possibile, in quanto il bambino va a svolgere una vera e propria ginnastica con i muscoli della lingua e del volto, che rappresentano la base per una corretta articolazione futura. Naturalmente non sempre è possibile prediligere l’allattamento al seno materno, ma non bisogna allarmarsi; in commercio vi sono numerosi modelli di tettarelle, che somigliano al seno materno e vanno ad apportare gli stessi benefici. Si raccomanda di non modificare le tettarelle, allargando il foro o aggiungendone uno, altrimenti impedirete al piccolo di effettuare i movimenti corretti di suzione.

-Intorno ai 3 mesi comincia la fase orale; potrete osservare il vostro piccolo che tende a portare manine, oggetti, manica della tutina in bocca. Inutile allarmarsi. Comincia la fase dell’esplorazione ed è fondamentale per stimolare la sensibilità e le attività motorie orali. Il bambino si sta preparando alla fase dello svezzamento.

E’ consigliabile non far tenere il ciuccio per un tempo prolungato, durante l’arco della giornata.

-Intorno ai 6 mesi iniziano a spuntare i primi dentini e ciò determinerà un notevole fastidio per il piccolo. Fastidio che potrà essere alleviato attraverso l’esercizio di masticazione di oggetti come stoffa, silicone, plastica, ad esempio i massaggiagengive in commercio, che sono particolarmente  indicati per fornire sollievo. Anche in questo caso non bisogna preoccuparsi: tutte queste esperienze sensoriali e motorie hanno un ruolo importante.

Lo svezzamento è un altro traguardo essenziale per la crescita del bambino. Il pediatra saprà consigliarvi nei tempi e nei modi migliori le modalità. E’ essenziale che il piccolo prenda confidenza con il cibo. Inizialmente può capitare che la pappa fuoriesca dalla bocca: il bambino sta applicando con i nuovi alimenti i movimenti che utilizzava per succhiare. Con un po’ di allenamento le abilità si perfezioneranno. E’consigliabile utilizzare un cucchiaino in silicone, ma appena possibile, bisogna passare ad un cucchiaino in plastica dura o metallo.

-Dai 9 mesi in poi il bambino diventa sempre più un abile masticatore: è in grado di associare il movimento della mandibola con i movimenti di rotazione della lingua. Non abbiate paura: il piccolo può già cominciare a bere con il bicchiere, anche se all’inizio sarà più l’acqua che si verserà addosso, ma portate pazienza.

-Infatti intorno ai 18 mesi, noterete come il bambino non ha più bisogno di sostenere il bicchiere con i denti, ma mantiene il bordo, utilizzando le labbra.

-A due anni possiamo introdurre la forchettina di metallo. Essenziale è rendere sempre di più il piccolo autonomo nella gestione del pasto. Soprattutto nella gestione delle posate e del bicchiere. E’ consigliabile iniziare a dargli delle piccole posate, mentre mangia, in modo tale da migliorare la coordinazione. Inoltre è possibile farlo giocare, andando a sporcargli le labbra e lasciarsi sporcare, allo stesso tempo. Sarà divertente diventare un modello di imitazione per lui, andando a ripulire il cucchiaio o i residui di cibo sulla bocca.

A partire dai 2 anni il piccolo sta diventando sempre più autonomo nelle funzioni orali, che determineranno allo stesso tempo, anche lo sviluppo del linguaggio.

E’ fondamentale andare a disincentivare tutte le abitudini di succhiamento, come l’uso del ciuccio, biberon, suzione del dito o copertina. Sarà un percorso lungo e graduale dove creatività e pazienza saranno le vostre migliori alleate. E’ consigliabile chiamare a supporto fatine, supereroi e personaggi magici a cui affidare il ciuccio durante la giornata. Sappiate che il bimbo abbandonerà il ciuccio solo quando si accorgerà che anche voi siete pronti e convinti che è ora di fare questo passo.

E’ importante che non si parli con il ciuccio in bocca, perché limita i movimenti della lingua che si abitua ad assumere una posizione sbagliata durante la produzione di parole. Il prolungarsi di questi comportamenti potrà causare problemi nella dentizione, nell’articolazione dei suoni e nella deglutizione.

Insomma : “prevenire è meglio che curare”.

 

Dott.ssa Marianna Pisciotta – Logopedista

 

Bibliografia:

Cerchiari A., 2013 Viaggio nella funzione alimentare del bambino da 0 a 3 anni. Roma: Parise Adriano Editore Stampatore srl

Bresciani S; Brunetti A. ;Tombola F., 2018 Parole in bocca – http://www.emedea.it/editoria/medea_strumenti/parole_in_bocca

Ministero della Salute, 2008 Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva. Roma: Ministero della Salute.

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