Disfonia da reflusso gastro – esofageo: riconoscerlo e curarlo.

Alzi la mano chi non ha mai sofferto, almeno una volta, di reflusso nella vita?

Giornate stressanti, carichi lavorativi, pasti consumati velocemente, con orari alterati e scarsa qualità nell’alimentazione possono determinare l’insorgenza del Reflusso Gastro Esofageo.  

Cos’è? Perché può interessare la nostra voce, andando addirittura ad alterarla? Quali sono i sintomi? Esiste una cura?

Poniamo ordine alle domande e analizziamo punto per punto.

Si parla di Malattia da Reflusso Gastro Esofageo (MRGE) quando si verifica una risalita di acido gastrico dallo stomaco all’esofago, con manifestazioni frequenti e quotidiane. I sintomi principali sono pirosi (bruciore) e rigurgito dopo aver consumato ogni tipo di pasto. La sintomatologia può presentarsi per periodi limitati; si pensi a periodi limitati, particolarmente stressanti. In tal caso si verifica una regressione spontanea; ma quando vi è una persistenza del quadro clinico, siamo dinanzi ad una vera e propria patologia da non sottovalutare.  

L’acido Gastrico, che ha una funzione essenziale nella digestione, è altamente dannoso se entra in contatto con tessuti e altri tipi di organi. Per intenderci: l’esofago, la faringe e la laringe, per la loro struttura organica, non sono assolutamente organi predisposti a sopportare il contatto prolungato dell’acido gastrico. Si innesca un meccanismo di difesa, che genera nel soggetto, un disagio notevole e limitante nello svolgimento delle attività quotidiane.

 

 

 

Perché parliamo di Disfonia da Reflusso?

La Disfonia è la condizione in cui si presenta un’alterazione della voce. Spesso un quadro patologico persistente di reflusso può andare ad interessare la faringe e la laringe del soggetto. Vediamo perchè:

L’Esofago, deputato alla fase transitoria di discesa del bolo (cibo) masticato e la laringe, organo in cui risiedono le corde vocali, che permettono l’origine della voce, sono anatomicamente vicine. Le separa una piccola cartilagine che ha, principalmente, la funzione di protezione: l’epiglottide. Un soggetto che soffre di reflusso quando è in posizione supina; pensiamo a quando dorme, o è disteso in generale, può andare incontro al contatto dell’acido gastrico con le mucose dell’apparato faringo – laringeo. Questa situazione, persistente nel tempo, crea non pochi danni anatomici.

 

Quali sono i sintomi da Disfonia da Reflusso?

Spesso giungono in osservazioni pazienti che lamentano repentini cambi di voce.

“Ieri sera avevo una voce sana; stamattina mi sono svegliato senza voce”.

“Ogni giorno mi sveglio con una sensazione di secchezza alla bocca e un bruciore alla gola”.

Sono numerosi i sintomi che portano ad una diagnosi di Disfonia da Reflusso.

Riconosciamo:

  • Raucedine o problema vocale
  • Necessità di schiarirsi la voce frequentemente
  • Eccesso di muco in gola o presenza di secrezioni retro nasali
  • Tosse stizzosa
  • Tosse dopo aver mangiato o essersi sdraiato
  • Sensazione di corpo estraneo in gola
  • Bruciore di stomaco
  • Dolore toracico
  • Cattiva digestione

Molto spesso si tende a sottovalutare la sintomatologia, e a consultare lo specialista, soltanto dopo un peggioramento del quadro clinico. Intervenire tempestivamente, può limitare numerosi danni, sia di natura organica ma anche di natura psicologica.

Come si cura la Disfonia da Reflusso?

Possiamo considerare tre tipi di terapie:

in primis una terapia comportamentale in cui si consiglia al paziente una dieta specifica in cui verrà eliminato il consumo di caffè, cioccolato, menta, bevande gassate, cibi grassi e fritti e anche alcuni tipi di verdura come patate e pomodori, soprattutto la sera.

Buona abitudine generale è non distendersi o andare a dormire, subito dopo aver consumato il pasto.

Ulteriore consiglio è dormire, elevando la testa, durante le ore notturne.

Associare la terapia comportamentale ad una terapia medica, in cui lo specialista può indicarvi il farmaco giusto per limitare la risalita dell’acido gastrico. L’opzione farmacologica per eccellenza è rappresentata dagli inibitori di pompa protonica. Naturalmente è consigliabile dopo l’inizio della terapia, intraprendere una percorso di riabilitazione logopedica, per garantire il recupero della qualità della voce e il mantenimento delle buone abitudini di igiene vocale.

Nei casi estremi si ricorre alla terapia chirurgica, dopo l’insuccesso delle prime due terapie.

In una società sempre più orientata alla prevenzione e al benessere psicofisico, basta davvero poco per garantire il cosiddetto “MENS SANA IN CORPORE SANO”.

Dott.ssa Marianna Pisciotta – Logopedista

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