Asma bronchiale: come riconoscerlo

L’asma bronchiale è una delle patologie respiratorie più diffuse al mondo e conosciute fin dall’antichità. Omero (circa 850 a.C.) utilizzò per primo il termine asma (ásthma: respiro breve) per indicare l’atroce soffocamento che affliggeva Ettore disteso in una pianura, in un canto dell’Iliade. Lo stesso Cesare Pavese ne soffriva e ciò ne influenzava la sua scrittura.

Ma che cos’è l’asma e come riconoscerlo?

L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree caratterizzata da broncospasmo e presenza di flogosi cronica nelle vie respiratorie.

I sintomi sono: respiro corto, dispnea, sensazione di oppressione toracica, tosse stizzosa persistente. Si stima che circa 300 milioni di individui siano affetti da asma, con una diversa prevalenza tra le nazioni; in Italia si stima una prevalenza media del 6,6% ma in lieve e costante aumento. L’asma grave rappresenta il 7-10% dei pazienti asmatici, tuttavia assorbe il 50-80% delle risorse dedicate nel complesso alla gestione e cura dell’asma. Tale condizione è associata ad un aumentato rischio di morbilità e mortalità rispetto alla popolazione generale e costituisce una consistente spesa per il Servizio Sanitario non solo in termini di spesa sanitaria per farmaci, accessi al Pronto Soccorso, ospedalizzazioni ma anche di perdita di giorni di lavoro e/o scuola. Pur essendo la mortalità per asma fortunatamente ancora un evento raro, le morti per asma sono spesso limitate a questo gruppo di pazienti con “asma difficile” dove il controllo della malattia non viene raggiunto in maniera soddisfacente. L’asma causa sintomi fastidiosi come la mancanza d’aria, il respiro breve, la sensazione di “peso” sul torace che possono sfociare nelle temute “crisi d’asma” che mettono il paziente in allarme con risvolti negativi anche dal punto di vista psicologico, della vita quotidiana e sociale. Spesso, infatti, chi soffre di asma tende ad essere condizionato dalla propria malattia e a limitare le normali attività di vita quotidiana tra cui anche l’attività sportiva. Per fare in modo che una malattia non condizioni la nostra vita occorre saperla identificare e curare con l’obiettivo di condurre una vita normale.

Quali sono i fattori di rischio e le cause?

Tra i fattori di rischio vi sono la predisposizione genetica, allergia, obesità, sesso, razza/etnia, esposizione a fattori ambientali (allergeni, sensibilizzanti professionali), fumo di tabacco, inquinamento atmosferico, infezioni delle vie respiratorie. Possono aggravare un’asma già esistente la presenza di reflusso esofageo, infezioni respiratorie, l’esposizione ad allergeni o a sostanze irritanti, l’attività fisica, l’esposizione al freddo o a cambi repentini di temperatura, stress ed emozioni, farmaci. Una delle cause più frequenti è l’asma allergico in cui l’esposizione ad allergeni (acaro della polvere, pollini, muffe) può causare l’interessamento delle basse vie respiratorie e tramutarsi in broncospasmo e crisi d’asma. Altri tipi di asma sono quello professionale, il non allergico, quello indotto da esercizio fisico o da farmaci come FANS (es. aspirina), da obesità.

La diagnosi viene effettuata dopo accurata anamnesi, esame obiettivo clinico e grazie ad esami strumentali come la spirometria basale e con test di broncoreversibilità, oppure spirometria con metacolina. Una volta posta diagnosi di asma il paziente deve essere adeguatamente istruito circa la sua condizione, su fattori di rischio, su come comportarsi in caso di crisi d’asma. Occorre tenere conto che come in tutte le malattie croniche si rende necessaria una terapia altrettanto costante ed assidua. Oltre ai farmaci inalatori contenenti l’associazione broncodilatatori e corticosteroidi inalatori, si possono aggiungere farmaci come antileucotrienici ma soprattutto farmaci biotecnologici come gli anticorpi monoclonali (omalizumab, mepolizumab, benralizumab) che sono l’ultima frontiera innovativa per combattere le forme di asma più difficili e resistenti ai trattamenti.  Grazie a questi ultimi si riesce a migliorare nettamente la qualità di vita del paziente eliminando i sintomi fastidiosi dovuti all’asma, l’insonnia, l’ansia e la depressione che ne scaturiscono dal persistere di tale patologia. Il paziente riesce a condurre una vita normale, a riprendere una normale attività fisica, con migliore rendimento a scuola e sul lavoro. Si riduce il consumo di cortisonici per via orale, sconsigliati a lungo termine in quanto determinano complicanze come osteoporosi e fratture ossee, ipertensione arteriosa, cataratta, glaucoma. Avere un buon respiro ci aiuta ad essere più sicuri e confidenti con noi stessi e a non aver paura di perderlo.

Dott.ssa Loredana Della Valle – Medico Allergologo e Immunologo Clinico

 

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