In adolescenza, la dipendenza patologica viene letta come una dipendenza di sostituzione, in assenza di dipendenze positive, che rappresentano tutte quelle esperienze sane, come l’attaccamento o la relazione di coppia, che sono necessarie per sperimentare il senso di appartenenza e l’esperienza ricca e reale del sentirsi amato e compreso.
La dipendenza patologica è un’alterazione del comportamento che da comune abitudine diventa una ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi, sostanze o comportamenti. Considerando gli effetti si può parlare di:
- dipendenza fisica, prodotta essenzialmente dai condizionamenti neurobiologici;
- dipendenza psichica, che richiede interventi terapeutici lunghi e complessi che coinvolgono i familiari della persona dipendente.
Le forme più gravi comportano dipendenza fisica e psichica con compulsività, cioè con bisogno di assunzione ripetuta della sostanza da cui si dipende per risperimentarne l’effetto psichico ed evitare la sindrome di astinenza. Vi sono varie forme di dipendenza, quali cibo, sostanze stupefacenti, alcolismo, caffeismo e tabagismo, sesso, lavoro, gioco d’azzardo patologico, shopping compulsive, televisione, internet, videogame, sport.
DIPENDENZA DA SOSTANZE STUPEFACENTI
In Italia quasi un terzo della popolazione studentesca (32,4%) ha utilizzato cannabis una volta nella vita. Tale sostanza è la droga illegale maggiormente utilizzata a cui seguono prodotti altamente tossici come la ‘cannabis sintetica’, denominata “SPICE”, la cocaina, gli stimolanti (anfetamine ed ecstasy), gli allucinogeni (LSD e funghi allucinogeni), l’eroina.
Con l’isolamento, causato dalla pandemia da Covid-19, la diffusione delle sostanze, è avvenuta tramite il ‘deep web’, il “mercato nero” del web, e giunti ai compratori attraverso consegne a domicilio. L’età media si è fortemente abbassata coinvolgendo ragazzi anche di 10 anni fino ad arrivare ai 25 anni di età. Durante i periodi di lockdown, il consumo è avvenuto in solitudine, ed è aumentato notevolmente l’utilizzo di cannabis e di farmaci usati senza indicazione medica, come le benzodiazepine, insieme al policonsumo, l’uso di sostanze legali quali alcool, analgesici, oppiacei, benzodiazepine ed altri psicofarmaci assunti insieme in un mix.
PERCHÉ UN ADOLESCENTE FA USO DI SOSTANZE?
Le motivazioni legate all’uso di droghe, in adolescenza, sono varie e diverse. Da sempre rappresenta un tentativo infelice e disperato di autoterapia, di fuggire da stati emotivi spiacevoli, di alterare gli stati della mente e di controllare il comportamento. Molti giovani sentono il bisogno di eccedere ma anche di appartenere, sentendosi impotenti e senza futuro, impossibilitati a chiedere aiuto per superare delusioni e ritrovare motivazioni. L’uso collettivo risponde al bisogno di entrare in contatto con l’altro, per sfuggire alla solitudine e di soddisfare i propri bisogni di socializzazione, amplificare il piacere, migliorare e facilitare le relazioni con gli altri, comprendendo meglio le emozioni e diminuendo la paura.
Ravenna (1997) evidenzia le seguenti motivazioni:
- la facilitazione sociale: per agevolare la comunicazione e la condivisione di sentimenti ed esperienze tra coetanei;
- la reputazione sociale: per esprimere la propria reputazione sociale, presentando agli altri un’immagine di sé trasgressiva e deviante;
- l’ampliamento del Sé: per accedere a diverse immagini di sé, che differiscono dal Sé reale percepito come inadeguato;
- la regolazione delle emozioni: per controllare i propri stati emotivi, ridurre le sensazioni spiacevoli e aumentare quelle positive;
- la ricerca di sensazioni forti (bisogno molto intenso in adolescenza): per contrastare una visione del mondo come noioso e ripetitivo;
- la riduzione di stati di disagio: per ridurre il disagio percepito dall’adolescente che spesso sente di non rispondere efficacemente alle richieste dell’ambiente;
- l’aumento delle prestazioni: per migliorare le proprie prestazioni e diminuire lo scarto tra i propri “limiti” personali e le richieste dell’ambiente, sempre più incessanti.
FATTORI INTERNI DI RISCHIO PER L’USO DI SOSTANZE
Tra i fattori interni che possono avvicinare i ragazzi all’uso di sostanze sono:
- risk taking elevato
- sensation seeking elevato
- alta suscettibilita’ all’influenza dei pari
- bassa conoscenza delle conseguenze derivanti dall’assunzione di sostanze psicoattive
- predisposizione alla depressione
- insicurezza e bassa autostima
- difficoltà ad accettare e adeguarsi alle norme sociali
- insufficiente capacità di canalizzare la propria energia in attività creative
I COMPORTAMENTI CHE SEGNALANO L’ABUSO DI SOSTANZE
Accorgersi se un adolescente abusa di sostanze stupefacenti non è sempre facile e immediato, perché le droghe hanno effetti molto brevi, vissuti al momento dell’assunzione, sono all’inizio sfumati e diversi da sostanza a sostanza: ad esempio, gli allucinogeni causano disorientamento, le droghe inibenti provocano comportamenti definiti “down”, le droghe stimolanti diversamente, comportamenti “up”.
Le sostanze stupefacenti in generale provocano una caduta fisica che causa spossatezza, stanchezza, bisogno di riposo fuori dal comune, difficoltà a mantenere la concentrazione, irritabilità e aggressività, cambio di abitudini e di amicizie, diminuzione del rendimento scolastico e deficit di attenzione.
COME INTERVENIRE?
Un genitore può focalizzare l’attenzione sui comportamenti dell’adolescente e l’osservazione al “dopo”, monitorare il suo aspetto di vita, capire come si svolgono i momenti di aggregazione e dove si svolgono, osservare la capacità di relazionarsi e di creare reti amicali in contesti semplici e normali.
Le dipendenze nascono in soggetti con strutture di personalità che impediscono di rendersi indipendenti, per questo, gli adolescenti vanno seguiti e supportati nelle sperimentazioni sane o negli azzardi sensati e contenuti, che per loro hanno un valore costitutivo e fondamentale.
L’arma più grande è quindi renderli autonomi e responsabili di sé, consapevoli e partecipi delle proprie scelte, liberi di poterle esprimere e mettere in atto.
La dipendenza può anche diventare un modo di eludere percorsi di crescita, per cui la possibilità di realizzazione, attraverso lo studio, lo sport, una professione, aiuterà a non sentirsi appagati da una dipendenza.
A CHI RIVOLGERSI?
L’Istituto Superiore di Sanità ha messo a disponibilità un telefono verde per le dipendenze dell’ISS, un servizio anonimo e gratuito, attivo dal lunedì al venerdì, dove psicologi specializzati in counseling telefonico orientano gli utenti sul da farsi. Ugualmente, si può accedere ai servizi pubblici per le tossicodipendenze, ai consultori o a strutture del privato sociale. Se nelle scuole, sono presenti psicologi scolastici, si può chiedere aiuto per essere indirizzati al meglio sul da farsi.
Dott.ssa Deborah Feleppa-Psicologa dello sviluppo