Il respiro delle sirene: Intervista a Sanda Delija

“E quando sei là, nel silenzio, ti fermi, e se decidi che vuoi morire per loro e restare con loro per l’eternità, allora le sirene vengono verso di te, a giudicare l’amore che gli offri. Se è sincero, se è puro, allora ti accoglieranno per sempre” (Jaques Mayol)

Introduzione

In principio fu Jaques Mayol, soprannominato “Uomo Delfino”: uno dei pionieri dell’apnea, uomo dal temperamento forte ma dall’anima fragile, che ha dedicato l’esistenza allo studio del rapporto tra Uomo e Mare. Mayol, infatti, è stato tra i primi ad intravedere nell’apnea una vera e propria filosofia di vita, all’insegna dell’armonia con le creature che abitano il mondo acquatico e facendo conoscere questa disciplina al mondo intero, attraverso le sue avventure. E’ stato, inoltre, il primo ad introdurre nell’apnea lo Yoga, in particolare il Pranayama, avendone apprese le tecniche direttamente in Oriente (Foto 1).

 

Foto 1: Jaques Mayol in Oriente (fonte: www.jaquesmayoltribute.it)

In seguito Umberto Pelizzari, suo allievo e pluriprimastista mondiale, ha fondato la scuola Apnea Academy, la cui didattica si fonda principalmente sulla respirazione e sul rilassamento come presupposti per l’immersione svolta in sicurezza. Infatti il Pranayama ovvero le tecniche di controllo ed estensione del respiro, rappresenta uno degli strumenti più validi per l’allenamento del diaframma, muscolo di vitale importanza per tutti coloro che si immergono e – soprattutto – per gli appassionati di apnea. Il diaframma è un muscolo involontario definito anche muscolo del “respiro consapevole”, che separa la cavità toracica da quella addominale. Grazie alle iterazioni del diaframma con i muscoli prossimali, anch’esso può essere attivato volontariamente, incrementando così la capacità respiratoria (respirazione diaframmatica) a beneficio sia dell’ossigenazione dei tessuti che del rilassamento psico-fisico.

La pratica del Pranayama rafforza il sistema respiratorio, calma il sistema nervoso, la mente si libera, diventa un mezzo controllare i sensi e predisporsi per Dhyāna (meditazione). Dunque, respirare non serve solo a portare ossigeno, espellere anidride carbonica, eliminare tossine, pompare il sangue nei tessuti di tutto il corpo! In molti testi della tradizione yogica, la durata della vita umana si misura in base al numero più o meno fisso di respirazioni che ognuno di noi ha a propria disposizione, e la lunghezza della vita dipende dal ritmo del respiro. Quanto più la respirazione è profonda, lenta, facile, più lunga è la vita.

Partendo da questo presupposto, è intuitivo spiegare il collegamento tra Yoga e Apnea. L’immersione subacquea infatti, prevede l’immersione completa del corpo umano in un ambiente liquido. L’essere umano condivide – con pochi altri mammiferi – la caratteristica di essere in grado di trattenere il respiro in acqua (riflesso di immersione). Dapprima l’uomo si è immerso spinto esclusivamente dalla ricerca di cibo, ma col il tempo sono state messe a punto tecniche e attrezzature che hanno permesso la diffusione della pratica dell’attività subacquea in diversi ambiti tra cui quello ricreativo (Foto 2).

 

Foto 2: Umberto Pelizzari fondatore di Apnea Academy (fonte:  www.umbertopelizzari.com)

Ad oggi l’attività subacquea è praticata quasi ovunque nel mondo e si sta lavorando per consentirne la pratica anche a persone con disabilità motorie, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza.

Nel momento in cui il corpo e la mente vengono adeguatamente preparati – attraverso tecniche di respirazione e rilassamento – l’immersione sia in apnea che con a.r.a. (autorespiratore ad aria) viene affrontata con maggiore consapevolezza in quanto migliora l’attività respiratoria, strettamente connessa all’equilibrio psicofisico e al benessere, e viene affinata la capacità di ascolto delle sensazioni provate durante il contatto con l’acqua.  L’obiettivo è il miglioramento della capacità di concentrazione e il raggiungimento di uno stato crescente di consapevolezza, anche attraverso la rimozione di vincoli psico-fisici che impediscono un corretto approccio all’acqua.

Ma l’utilità dello Yoga come strumento per il miglioramento del comfort durante una immersione, non si limita alle sole tecniche di respirazione. Estremamente efficace risulta, infatti, anche la pratica di asana (posizioni) che, praticate secondo sequenze specifiche, contribuiscono alla flessibilità di muscoli e articolazioni, all’allineamento posturale, alla gestione dell’energia, e favoriscono il rilassamento. Il rilassamento ovvero il processo attraverso il quale si rilasciano progressivamente le tensioni corporee, rappresenta uno degli aspetti più importanti per una efficace prestazione in immersione. Infatti, la consapevolezza sul grado di tensione e distensione delle varie parti del corpo, è strettamente legata alla capacità di presenza, alla comprensione delle sensazioni vissute “momento per momento”, e ad una notevole abilità nell’autocontrollo.

Proseguendo nel cammino tra Yoga e Apnea, uno degli uomini che incarna maggiormente questo connubio tra è senza dubbio Davide Carrera: piemontese trapiantato in Sardegna, inizia a praticare Yoga a 14 anni leggendo i testi della tradizione e sperimentando varie tecniche di rilassamento e respirazione, a 18 anni conosce Umberto Pelizzari con cui condivide allenamenti e record. Attualmente insegna, partecipa a gare, programmi televisivi, film, divulgando la bellezza di uno stile di vita improntato sul contatto con la Natura e l’amore per il Mare come canale per la scoperta di Se Stessi e della Pace (Foto 3). Non vi sembrano – questi – i valori promulgati anche dalla tradizione yogica?

Foto 3: Davide Carrera insegna il Saluto al Sole  (fonte: pagina Facebook Davide Carrera Freediving)

Finora abbiamo parlato solo di uomini che hanno dedicato al Mare la loro vita, e che per affrontare al meglio una performance utilizzano quotidianamente gli strumenti dello Yoga, diffondendone altresì i benefici in contesti didattici e ricreativi. La loro attività di divulgazione ha fatto breccia in numerosi atleti, che hanno sperimentato in prima persona l’importanza della corretta respirazione e rilassamento per avere un contatto con l’acqua più sicuro, sereno e profondo in tutti i sensi!

Tra questi spicca la giovane Sanda Delija : psicologa, istruttrice Apnea Academy, appassionata di pesca subacquea e detentrice del record nazionale croato di apnea in immersione libera (FIM),  specialità in cui l’atleta deve scendere trattenendo il respiro fino alla profondità dichiarata lungo un cavo, senza alcuna variazione  di assetto o utilizzo di attrezzi. Ho conosciuto Sanda durante gli stage di apnea tenuti da Umberto Pelizzari e Ilaria Molinari, mi ha colpito la sua attività di ricerca, focalizzata sulla gestione delle paure correlate all’immersione in apnea e la sua scelta di dedicare al mare la sua carriera (Foto 4).

Foto 4: Sanda Delija psicologa e istruttrice Apnea Academy (fonte: profilo Instagram Sanda Delija)

Infatti, prima di stabilirsi definitivamente in Sardegna, Sanda lavorava a Roma in un ufficio dove si occupava di Fondi internazionali per lo sviluppo dell’agricoltura, presso un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite. Ogni fine settimana Sanda prendeva un aereo per ritornare a Olbia e dedicarsi alla pesca. Fino a quando non ha deciso che l’odore del Mare era troppo forte per starne lontano. Ecco dunque a Voi l’intervista che mi ha rilasciato Sanda Delija, tra una immersione e l’altra, e che ringrazio infinitamente per il Tempo che mi ha dedicato. Buona lettura!

Ciao Sanda, come stai? So che sei in Sardegna al Cala D’Oliva Diving Center. Come si svolge la giornata di una Donna che ha scelto di essere una Atleta nella disciplina dell’Apnea e che contemporaneamente lavora in un Diving?

Ciao Loredana, innanzitutto grazie per avermi scelta come atleta da intervistare, condividere a parole la mia vita da atleta, che è davvero recente, è sempre un modo per diventare anch’io più consapevole delle scelte di vita mie quotidiane.

Ho incominciato a collaborare occasionalmente con il Cala’ D’Oliva diving Asinara sull’isola dell’Asinara in Sardegna da 2 anni, esattamente in concomitanza alla decisione di dedicarmi all’agonismo. Quest’anno ci lavoro in maniera costante e full-time. Mentre gli anni scorsi l’allenamento veniva prima di tutto, e ricavare del tempo per allenarmi era un gioco da ragazzi, quest’anno devo organizzarmi molto bene con il tempo, dosare l’impegno fisico, e gestire l’impegno mentale. Non è facile fare la vita d’atleta e allo stesso tempo gestire e lavorare presso un diving. La mente è sicuramente meno libera, la stanchezza fisica è maggiore e questo sicuramente influisce sugli allenamenti, però sto facendo un planning per dare spazio a tutto perché è la vita che ho scelto per il momento e voglio riuscire a conciliare le due cose. Mi sento già fortunata ad avere avuto l’opportunità gli anni scorsi ad avere la mente libera e il corpo riposato e dedicarmi al 100% all’allenamento, mi ha permesso di progredire in maniera rapida.

Quali sono stati i tuoi ultimi record? E le ultime gare a cui hai preso parte? Con quali risultati?

Ho ottenuto 3 record nazionali croati. Il primo a Dahab, in una mini competizione. Ho raggiunto 60 metri in free immersion. Il secondo record l’ho battuto l’anno scorso a Nizza al nice Abyss Contest con 65 metri in Free immersion, e sempre l’anno scorso in Grecia ad Amorgos, la famosa isola dove è stato girato parte del film “Il grande Blu” durante la gara annuale “The Authentic Big Blue” dove ho battuto il mio record personale con 70 metri sempre in Free Immersion. Ho partecipato l’altro anno anche alla gara in profondità organizzata da Apnea Academy “Giro D’italia in Apnea”, dove ho vinto la miglior performance femminile con 70 metri in free immersion. Quest’anno ho partecipato alla mia prima gara di statica in Sardegna a Porto Torres, e ho ricevuto il primo premio con 5 min e 10 di statica, e ho vinto il campionato sardo nella disciplina dinamica con pinne con 150 metri di distanza. Quest’anno ho intenzione di partecipare ad altre gare e ai campionati del mondo.

Nei tuoi successi agonistici quale credi sia stato il fattore o i fattori decisivo/i che ha/hanno determinato il successo?

Sicuramente il mio amore per il mare, l’attrazione per la profondità, la determinazione, lo spirito agonistico che mi appartiene, e persone che hanno notato in me una dote particolare e me l’hanno fatto presente, e poi uno spirito libero che mi ha permesso di viaggiare, conoscere personaggi forti nel campo, affiancarmi a loro, e assorbire più informazioni possibili con la fame di migliorarmi.

Quando ti prepari ad una gara come si svolge la tua giornata tipo?

Quando mi preparo per una gara la mia giornata tipo nelle settimane pre-gara si svolge nel seguente modo. Mi sveglio con calma, voglio sentirmi riposata. Mangio il giusto senza appesantirmi per darmi un po di energia. Mi dedico allo streching/Yoga per un oretta, questo mi aiuta ad incominciare a predisporre il mio corpo e mente ad incanalare l’energia e l’attenzione su di me. Dopo di che faccio un po di ginnastica tubarica, ed esercizi di compensazione, per abituare la mente e le parti del corpo coinvolte nella compensazione ad attivarsi e prepararsi per la pressione che mi ritroverò in profondità. Dopo di che mi isolo dal resto del mondo, mi metto delle cuffie ed incomincio accompagnata dalla musica e dal respiro a ricercare la pace e il rilassamento ed entrare in uno stato di flow. Arrivo sul punto d’immersione dove mi sento leggera, rilassata, sciolta, decontratta, e focalizzata. Mi faccio un tuffo di riscaldamento e poi il tuffo della giornata. Rientro a casa e il resto della giornata prosegue in maniera “normale”. Nel periodo di allenamento presto attenzione a mangiare bene ed essere riposta, due cose per me fondamentali, e medito tanto, mi dedico soprattutto alla mindfulness (Foto 5).

Foto 5: Sanda Delija pratica meditazione “mindfulness” (fonte: profilo Facebook  Sanda Delija)
So che per la tua preparazione utilizzi tecniche derivate dalla tradizione dello Yoga. Tanti apneisti lo fanno, principalmente esercizi di respirazione (Pranayama). Potresti dirci quali sono le tecniche che utilizzi tu? Si limitano al solo Pranayama o utilizzi anche altri strumenti dello Yoga (asana, sequenze, meditazione)?

Principalmente faccio stretching con tutte le parti del mio corpo, ed esercizi di respirazione dove vado a far lavorare molto il diaframma. Cerco anche di imparare sempre esercizi nuovi e ampliare le mie conoscenze in tale campo. Una cosa a cui mi dedico tanto è la mindfulness che mi aiuta molto e da quest’anno ho incominciato anche a fare parecchia palestra mirata per rinforzarmi e anche tanta apnea in piscina.

Dove le hai apprese?

Le ho apprese da varie fonti, come ho accennato prima ho viaggiato molto, e mi sono allenata con molti apneisti di tutto il mondo, quindi sicuramente durante i miei viaggi ho appreso molto dagli altri apneisti, e poi provavo su di me e mantenevo ciò che mi sembrava mi aiutasse e facesse del bene, e poi faccio anche molta ricerca online.

Hai mai praticato meditazione? Se si in che occasione e in cosa consisteva? La pratichi quotidianamente o solo sporadicamente?

Si ho praticato la meditazione, in realtà ne ho provate varie, ma quella che pratico con più costanza è la mindfulness. Ogni giorno vado a farmi una camminata in bosco, trovo un posto tra i pini e mi faccio guidare da un paio di registrazioni oppure mi guido da sola attraverso la pratica della mindfulness. Mi aiuta tanto, e poi mi torna estremamente utile pochi minuti prima di affrontare la mia performance, Mi porta in uno stato di flow, di attenzione che è difficile da descrivere in parole, ma rende il tutto più facile ed entro in una dimensione dove il tempo e lo spazio sono inesistenti. 

Quali sono le tue letture? Leggi solo manuali di Apnea oppure leggi anche testi di matrice spirituale? Se si puoi dirci quali? La lettura ti aiuta nel tuo allenamento e se si in che modo?

Manuali d’apnea non li leggo, li ho letti per diventare istruttrice Apnea Academy ma ora principalmente leggo blog, o articoli pubblicati da apneisti, piuttosto che ascolto delle conferenze su vari argomenti di training mentali e stati meditativi che mi interessano, ho letto recentemente il libro di Osho, e per il resto ascolto molti talks o speeches di altri atleti di altre discipline per ampliare la mia conoscenza e trasferire tecniche adoperate in altri sport nell’apnea. 

Sei a conoscenza di atleti che non si avvalgono dello Yoga come complemento all’allenamento? Se si hai notato differenze tra il loro modo di “vivere l’acqua” e il tuo?

Devo dire che tutti gli atleti che ho conosciuto si dedicano in un modo o nell’altro allo Yoga, ma quello di cui mi rendo conto io è che yoga stretching o altre pratiche corporali predispongono sopratutto la mia mente ad uno stato mentale e di attenzione maggiore, con un focus centrato, ed è ciò che mi rendo conto risulta più utile per la mia disciplina…la preparazione mentale, entrare nello stato di flow.

 Foto 6: Sanda Delija nel Blu (fonte: profilo Facebook  Sanda Delija)
Ti chiedo per favore di commentare brevemente la seguente frase e di dirci se – anche tu – chiedi qualcosa al Mare prima di immergerti: “Prima di ogni immersione chiedo sempre al mare di accogliermi e di proteggermi. Il mare ha bisogno di rispetto*”

A modo mio e a sentimento più che a parole anch’io mi rivolgo al mare cercando un’unione ed una accoglienza, cerco di sentirmi un tutt’uno con il mare, di non sentire lo spazio fra il corpo e l’acqua ma di sentirmi acqua (Foto 6). Ed una cosa che mi dico sempre prima di partire è “Sanda fai questo tuffo con amore”.

 

* la frase è attribuita a Davide Carrera, intervento nell’ambito dell’One Ocean Forum a Milano nel 2017.

 

Dott.ssa Loredana Pascarella – 

Insegnante di Yoga

specializzata in Yoga per Bambini

& Bisogni Speciali

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